Impianto videocitofonico del palazzo: il singolo condòmino può scegliere in via autonoma uno specifico citofono

Va riconosciuto il diritto del singolo condòmino di allacciarsi all’impianto videocitofonico condominiale a mezzo di installazione di citofono da lui scelto in via autonoma. A patto, però, che l’apparecchio scelto sia confacente al complesso dell’impianto citofonico, secondo le modalità di attuazione deliberate dall’assemblea del condominio.
Questa la prospettiva tracciata dai giudici (ordinanza numero 20441 del 21 luglio 2025 della Cassazione), i quali, a chiusura del contenzioso sorto in uno stabile in quel di Milano, hanno precisato che, in generale, l’installazione dell’apertura automatica del portone di ingresso dello stabile mediante citofoni installati nelle singole unità immobiliari rientra nelle modalità di uso dei servizi comuni, e pertanto il diritto di scelta autonoma dei condòmini, relativamente agli apparecchi citofonici da installare nelle singole proprietà, deve concretizzarsi in un apparecchio confacente al complesso dell’impianto citofonico, e ciò al fine di preservare la sicurezza pubblica e il funzionamento dell’impianto comune.
Va però aggiunto, precisano i giudici, che gli oneri economici derivanti da tale scelta autonoma del condòmino, cioè costi di programmazione, certificazioni, garanzie, sono a carico del condòmino stesso e rappresentano il necessario bilanciamento tra la libertà di scelta individuale e la tutela degli impianti comuni. Anche perché, in una situazione di condominialità, ogni facoltà e aspetto in cui si caratterizza e si esprime il diritto di proprietà individuale non può compromettere o comprimere beni, enti, impianti comuni e relativo funzionamento insicurezza.